Disturbi alimentari

Disturbi alimentari

Disturbi alimentari

I disturbi del Comportamento Alimentare, nelle varie espressioni che li distinguono, si stanno sempre di più diffondendo non solo nella popolazione femminile, ma anche in quella maschile. L’ Anoressia, più di ogni altro disturbo alimentare, rappresenta l’estremizzazione di alcuni valori della nostra società: la bellezza è intesa come forma fisica e snellezza; il controllo del corpo e del fisico sono sinonimo di efficienza e di perfezione.

Questo non significa che la cultura, anche nelle sue forme più estreme, sia la causa di tali patologie, ma solo che essa fornisce la cornice di riferimento entro cui situare il disturbo. Fattore cruciale nell’anoressia/bulimia è, anche se in modalità opposte, il controllo. Non è un caso che tali patologie si sviluppano nel periodo adolescenziale, in cui i mutamenti corporei sono molto forti, soprattutto sul versante femminile.

La ribellione in tal senso si manifesta attraverso il controllo sull’unico elemento che rientra sotto il proprio dominio: il corpo.

Il trattamento dei disturbi alimentari richiede una cura collaborativa e coordinata in cui vengono affrontati tutti gli aspetti e ambiti del disturbo alimentare: salute fisica/peso, nutrizione, psicoterapia e riabilitazione sociale. Il disturbo del Comportamento Alimentare è un fenomeno complesso e multidimensionale. Non può, pertanto, essere trattato solo da un punto di vista medico, dietetico o psicologico: è necessario un intervento globale e quanto più possibile interdisciplinare.

DEFINIZIONE

Nei disturbi alimentari l’individuo sperimenta un’alterata relazione con il cibo ed una estrema preoccupazione riguardo al proprio corpo. Tutto ciò porta ad un’alterazione dell’immagine di sé, disturbi emotivi e un insieme di comportamenti disfunzionali che ne derivano. La ricerca mette in evidenza che questo disturbo ha rilevanti basi neurobiologiche genetiche e relazionali, non rappresenta,  pertanto, un “scelta di vita”.


Tipi di disturbi alimentari

  • Anoressia nervosa
  • Bulimia nervosa
  • Binge Eating Disorder ( con circa il 65% in comorbidità con obesità)
  • Disturbo del Comportamento Alimentare non altrimenti specificato (una % è rappresentato dall’obesità)

Anoressia nervosa

I criteri standard per una diagnosi di anoressia nervosa sono:

una magrezza estrema (non costituzionale ma volontaria), con il rifiuto di mantenere il peso al di sopra di una soglia minima ritenuta normale (anoressico è un soggetto con un peso sotto l’85% di quello previsto in base all’altezza e/o l’indice di massa corporea BMI inferire a 15,5);

– una forte paura di ingrassare anche in presenza di evidente sottoPESO;

– una preoccupazione estrema per il peso e l’aspetto fisico, che include sia un’alterazione del vissuto corporeo, sia un’importanza eccessiva al peso  a scapito dell’autostima; o ancora il rifiuto di ammettere la gravità delle proprie condizioni fisiologiche;

– il non essere soddisfatti del proprio corpo (costituisce il fattore rischio più elevato);

– nei pazienti di sesso femminile, un’amenorrea (sospensione del ciclo mestruale) da almeno tre cicli consecutivi dopo il menarca.

Il disagio psicologico può esprimersi attraverso l’ansia o la depressione.

E’ possibile individuare due sottotipi di anoressia nervosa:

  • restrittivo
  • con condotte di eliminazione (vomito autoindotto, uso di lassativi, diuretici o clisteri)

Alternarsi continuo di controlli ed evitamenti.

Con il passare del tempo, si tende a diventare più irritabili, depressi e isolati socialmente e i sintomi ossessivo-compulsivi si aggravano. Il rapporto con i familiari può diventare teso e difficile, a volte ostile e i loro commenti critici possono influenzare negativamente il decorso del disturbo.

L’anoressia nervosa presenta una importante comorbidità psichiatrica. Le patologie più frequentemente associate sono la depressione maggiore, il disturbo ossessivo-compulsivo e altri disturbi d’ansia, la dipendenza da alcol o da sostanze. Tra i disturbi di personalità, i più frequenti sono il disturbo borderline, l’istrionico, il narcisistico e l’evitante. La comorbidità psichiatrica tende, comunque,  a diminuire con il recupero del peso e la normalizzazione dell’alimentazione.


Bulimia nervosa

Clinicamente la bulimia è caratterizzata da episodi in cui in cui il soggetto sente un bisogno compulsivo di ingerire spropositate quantità di cibo, correlati da una spiacevole sensazione di non essere capace di controllare il proprio comportamento. E’ frequente negli adolescenti e nei giovani adulti.

Colpisce prevalentemente soggetti di sesso femminile (90%).
Generalmente compare attorno ai 12 – 14 anni (tarda preadolescenza) o nella prima età adulta (18-19).

I criteri diagnostici sono:

Ricorrenti abbuffate;

– Il consumo di una grande quantità di cibo;

– La sensazione della perdita del controllo;

Comportamenti compensatori: il vomito autoindotto (che può essere provocato anche dopo un qualsiasi cibo), l’assunzione di lassativi, diuretici, enteroclismi o altri farmaci tiroidei, il digiuno ed eccessivo esercizio fisico;

Frequenza: perché si possa diagnosticare la bulimia nervosa, le abbuffate e le condotte compensatorie devono manifestarsi almeno due volte a settimana per tre mesi. Ciò implica una dipendenza;

Preoccupazione smisurata per le forme corporee e per il peso: l’autostima viene decisamente influenzata dalle forme e dal peso corporeo, si sente l’esigenza di seguire sempre una dieta ma si ha, nonostante ciò, il terrore di ingrassare.

Può verificarsi:

con condotte di eliminazione, che vede il soggetto ricorrere regolarmente a vomito autoindotto oppure all’uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi

senza condotte di eliminazione, che vede il soggetto bulimico adottare regolarmente comportamenti compensatori inappropriati  (digiuni e/o intensa attività fisica), ma non dedicarsi al vomito autoindotto o all’uso di lassativi, diuretici o enteroclismi.

Gli episodi bulimici possono essere scatenati da alterazioni dell’umore , stati d’ansia o stress. In alcuni casi gli episodi bulimici possono anche essere programmati anticipatamente.

I soggetti con bulimia nervosa solitamente si vergognano delle proprie abitudini alimentari patologiche e tendono a nasconderle. Le crisi bulimiche avvengono in solitudine , quanto più segretamente possibile, l’episodio, come abbiamo visto, può essere più o meno pianificato ed è, di solito, caratterizzato dalla rapidità di ingestione del cibo. Non c’è piacere nell’abbuffarsi, c’è neutralità affettiva; solo in seguito emergono intense emozioni, quali il senso di colpa, di vergogna, l’angoscia, la rabbia e la perdita di autocontrollo e di autostima.

I disturbi depressivi e l’abuso o la dipendenza da sostanze sono i disturbi psichiatrici più frequentemente associati con la bulimia nervosa. Tra i disturbi d’ansia, la fobia sociale, il disturbo ossessivo-compulsivo e il disturbo di panico sono i più frequenti. Sono anche comuni alcuni disturbi di personalità, tra questi, il disturbo borderline e quello evitante si riscontrano con maggior frequenza. Si osservano, a volte, anche comportamenti impulsivi come la cleptomania, promiscuità sessuale, tentativi di suicidio.


Binge Eating Disorder

Si presenta clinicamente con episodi di abbuffate tipici della bulimia nervosa, senza però mostrare i comportamenti compensatori di quest’ultima. L’individuo affetto da tale sindrome ha come unico pensiero quello di ingerire qualsiasi tipo di alimento per calmare le proprie ansie, o qualsiasi emozione per calmare le proprie ansie , o qualsiasi emozione negativa anche se è consapevole che potrebbe essere nocivo alla salute. La persona che soffre di questo disturbo è spesso isolata, ha scarsa considerazione di sé e prova profondi sensi di colpa, ma l’aumento di peso rende ancora più difficile l’integrazione sociale e il disagio di questo soggetto.

Le difficoltà di controllo dell’alimentazione presenti nel BED sono legate a una difficoltà nel gestire le emozioni e gli impulsi. Se, infatti, il controllo è il tema dominante nell’anoressia nervosa e nella bulimia nervosa, nei pazienti con BED prevale il senso di inadeguatezza e di impotenza. Sono caratterizzati, generalmente, da una bassa autostima, con tendenza dell’umore depresso. Avere una bassa stima di sé espone maggiormente alla pressione ambientale verso la magrezza e quindi verso l’inizio della dieta, i cui insuccessi, associati agli episodi di abbuffata, contribuiscono a peggiorare ulteriormente la considerazione di sé.


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